Lettori fissi

martedì 3 febbraio 2009

SAGARANA

Un titolo composto da saga, che ricorda i racconti epici del nord Europa, e rana, un nome collettivo di origine tupí, una popolazione indigena. Insomma un gioco di parole e l'uso caratteristico delle parole e l'attenzione che Guimarães Rosa riserva al mezzo linguistico, sono tra le caratteristiche più singolari ed interessanti delle sue opere, a cominciare da questa prima raccolta di racconti scritti nel 1936 ma pubblicati dieci anni più tardi.
In essi l'autore dà spazio a briganti, cavalieri, contadini, jagunços e vaccari che si muovono nei Campos Gerais, un geografia mista che spazia dalle foreste, ai boschi, ai fiumi, ai deserti di vari tipi, i sertões, dove la vita spesso è anche lotta per la vita, contro la siccità, la fame e la solitudine delle vastita dei paesaggi.
Un spazio comunque fisicamente delimitato ma che, grazie all'abilità linguistica del più importante scrittore brasilano del ventesimo secolo, diventa anche metafora del mondo.
Lunghe longitudini e larghe latitudini non riescono a delimitare gli spazi in cui si svolgono gli episodi narrati.
Meridiani e paralleli del mondo.
Per saperne di più: link a sagarana

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