Lettori fissi

domenica 27 novembre 2011

Che rabbia!


... che rabbia, sapere che da qualche parte sono in grado di fare delle cose che di solito non riesco a fare!, mi provoca un’enorme irritazione il fatto che nei sogni riesco a volare e qui invece, da questa parte del mondo, non sono capace nemmeno di guidare un’automobile, è per questo che mi convinco sempre più che non devo essere io quello che agisce nei sogni, deve essere qualcun altro che entra dentro me e per un certo periodo di tempo si alimenta delle mie risorse, succhia le mie energie e sopravvive il tempo necessario per farmi sentire un verme, allora, quando proprio non ce la faccio più, quando il peso della vergogna prende il sopravvento, mi sveglio, e non posso far altro che riconoscere i miei limiti.
Fortuna che amo scrivere, è una forma di compensazione, gliela faccio vedere io a quel tipo che mi usa, la scrittura, del resto, permette di inventare di tutto, tutto è permesso, e nessuno potrà mai obiettare nulla.
O forse il sogno è uno, uno solo, che esiste a prescindere, assoluto, di tutti, di chiunque lo voglia prendere, una realtà a disposizione di chiunque.

sabato 26 novembre 2011

biblioteche wireless

... sì, adesso però non so più come fare, ci sono persone che mi chiedono di scrivere cose assurde, la gente è davvero strana, ed io, se voglio sopravvivere, in qualche modo dovrò pur farcela, mettercela tutta, anche quando mi viene chiesto di scrivere di cose di cui non ho mai sentito parlare e pertanto non saprei proprio da dove cominciare, forse è anche per questo che visito spesso le biblioteche, mi viene da pensare che si possa creare una circolazione di idee tra i frequentatori ed in qualche modo che non so possa trarne vantaggio oppure, altre volte immagino che un luogo pieno di libri possa essere il posto ideale per assorbire i fluidi delle lettere, immagino che si possano creare dei passaggi di onde, che le idee, dalle pagine dei libri, vibrino nell’aria e possano contagiarmi e così tutto diviene più facile, una rete wireless di pensieri, riuscirei persino ad analizzare l’influenza della pioggia sulla psicologia infantile, nei bambini nati in paesi in cui il deserto è il paesaggio dove hanno sempre vissuto, o anche missioni più semplici, anche se relative ad argomenti apparentemente poco noti o poco familiari, cosicché l’adolescenza considerata come una catastrofe non mi apparirà più come un’astrusità bella e buona ma qualcosa su cui potrei tenere una conferenza davanti ai massimi esperti internazionali del campo