Lettori fissi

martedì 26 marzo 2013

NAIMA I


Se vieni qui vedrai, vedrai cosa ho da dirti, se vieni, te l’ho detto, ti farò vedere cosa voglio da te, lo vedrai perché così dev’essere, così dovrà andare, non pensare che mi tiro indietro all’ultimo momento, sono qui per questo e non per altro, solo per questo e non per altro, lo ripeto per non essere frainteso, solo una questione di precisazione, se vieni da sola, se vieni a cercarmi, ti dirò quello che non sono stato capace di dirti in tutti questi anni, e capirai, capirai perché tutte le volte che ci vedevamo non riuscivamo mai a finire la serata insieme, te ne andavi con gli altri o con le tue amiche, sai, non è che voglio farti le prediche, è solo per precisare che in tutto questo tempo ti ho attesa, ci ho creduto, non ho perso nemmeno un attimo la speranza di poterti rivedere e ritrovarti,  insieme a me, ed invece, mai una volta a farti vedere, a farti viva, ho sofferto tanto, e adesso che finalmente ho trovato il modo di mettermi in contatto con te, adesso non mi lascio scappare l’occasione per dirti tutto, per raccontarti delle volte che ti ho aspettato anche se non avevo nessun appuntamento, anche se non ci sentivamo più da anni, lunghi anni, cose che non so quantificare, non saprei dire quante volte sono stato ad aspettarti dietro la porta perché mi sembrava di sentire un rumore ma non eri tu, era il vento, o l’abbaiare di una cane o l’ambulanza che lanciava il suo grido in una notte fredda, quanto fredda senza te, ed io ad aspettare, ad aspettare chi non arrivava mai, adesso so, adesso sento che non lo rifarei, anche se sto male, anche se starei molto male, comunque, preferisco stare da solo, non ho voglia di ripetere errori, anche se .....

sabato 23 marzo 2013

Storia di un vulcano


No, non c’è nessuna storia attorno a quel vulcano, ed io vorrò essere il primo a scriverne una, perché non è possibile che si lasci lì un tesoro, senza che se ne descrivano i lati positivi, ma non solo, anche quelli che sono meno apprezzati, di un vulcano che svetta fin lassù da tempo immemorabile, possibile che non sia venuto mai in mente a nessuno di raccontare la forza di questa montagna?, che pure, di azioni da raccontare ce ne sarebbero, ce ne sono state tante, ma non solo eruzioni, non solo tremolii, e fuoriuscite di gas, di polveri e ceneri, senza dover necessariamente accennare alle correnti di lava che nei secoli passati hanno coperto il mondo tutto attorno, sembra si sia creata una difesa, una sorta di corazza inaccessibile, una forma di sicurezza di cui nessuno è riuscito a capirne o anche solo intuirne la necessità, se n’è stato buono buono finché ha voluto, poi, per chissà mai quale capriccio che sentiva l’urgenza di dover soddisfare, ha deciso di eruttare, di inondare il terreno circostante di roccia viva, che però ha portato morte e distruzione, doveva apparire bello il panorama con i rivoli infuocati che scendevano per i fianchi del vulcano e che in breve si spegnevano e si raffreddavano, lasciando solo sterili distese che ancora oggi fanno apparire quell’area come uno sterminato deserto dove, per quanto impegno possa metterci mano d’uomo, non potrà crescere più niente, e chissà per quanti secoli, per quanti millenni ancora, sembra essere stato così da sempre, nessuna creatura resiste a tanta aridità e secchezza, ma forse non sono, questi, termini appropriati, qua non si può parlare di aridità, come se si volesse contrapporre questi paesaggi a qualcosa di verdeggiante, di florido, no, questo non è un confronto valido, il contrario di queste terre è un altro niente, non sarebbe esatto dire che all’estremo opposto di questi vuoti ci possa essere qualcosa di pieno, non c’è assolutamente niente, non un animale, non un piccolo rettile, né un insetto, nemmeno un qualcosa di invertebrato, ed anche i muschi o i licheni che qualcuno vorrebbe evocare, come unica forma di vita in contesti simili, ebbene, anche quelli sono secchi, morti, fossili antichi di millenni, che nessuna pioggia potrà mai ravvivare, e in tutto questo sarà difficile anche per me riuscire ad inventare qualcosa, ma ci proverò, non mi arrenderò alle prime difficoltà, sono uno tosto io, almeno così mi ritengo, anche se, a dire il vero non ho prove ufficiali da portare a dimostrazione di questo assunto, ma l’importante è che a saperlo sia io, non ho peli sulla lingua, e nemmeno sullo stomaco, è per quei pendii che vorrei vedere arrampicarsi un uomo, uno che presto impareremo a conoscere bene, perché è la sua vita che verrà raccontata, e non solo in questa fase finale del suo percorso, che non è solo fisico, ma anche metaforico, nel senso che si sta avviando verso l’ultima parte della sua esistenza, ed appare chiaro fin da ora al lettore attento che si sta parlando di una persona che sta per morire, ma non perché ormai ha vissuto tanto, anche perché, come si fa a quantificare una vita?, è che malauguratamente sta per andare incontro ad una disavventura che a nessuno farebbe piacere affrontare, no, non è un incontro con un serpente velenosissimo, non ho forse detto che da queste parti non attecchisce niente?, e allora, cosa vi aspettate?, no, non è questo, e se avrete un po’ di pazienza lo scoprirete presto, e senza che lo dica apertamente, certe cose si svelano ai nostri occhi, a quelli della mente, senza necessità che vengano manifestate apertamente, basta un po’ di intuizione e la realtà si rivela come nessuno poteva immaginare, e forse non è nemmeno il caso di continuare, perché c’è già chi ha capito tutto, e ciò che mi capita di chiedermi da un po’ di tempo a questa parte, e sempre con più insistenza, è cosa mai ci sto a fare io, se la fantasia di chi legge supera di gran lunga la capacità di espressione di chi scrive, ed il bello è che non so nemmeno darmi una risposta, ed allora?, tutte le fantasie che avevo messo in moto?, le scalate su per i fianchi del vulcano?, le aspettative di chi mi ha seguito per un po’ nei miei ragionamenti?, tutto il fiato sprecato?, tutte le parole pronunciate?, avranno avuto un significato?, oppure si sono prosciugate, come è successo a queste terre?, che ormai mi hanno tolto persino la forza di continuare, ho sbagliato tutto, era di altro che dovevo cominciare a scrivere, un mare in continuo ed eterno movimento, un sole che dà luce, una primavera che fa rinascere la vita, un alba nuova che mi manca, da tanto, da troppo tempo ormai

domenica 17 marzo 2013

Lo seguirò


Lo seguirò, non temete, non me lo lascerò scappare, gli starò dietro ad ogni costo, ora che l’ho conosciuto, e ne ho scoperto certe qualità, sarebbe un vero peccato se scomparisse ai miei occhi come niente, non me lo perdonerei mai, attenzione dunque, anche nelle circostanze più sconvenienti gli starò alle calcagna, e non lo perderò di vista, lo tallonerò, ad ogni costo, lo ribadisco, è una scommessa, anche se non sarà un’impresa facile, lo so già, dovrò prestare la massima attenzione, anche una piccola distrazione può pregiudicare tutto il lavoro svolto con tanti sacrifici, non devo avere fretta, i problemi si devono affrontare con la dovuta calma, con la necessaria cautela, non sono cose da niente, converrete con me, ho studiato a lungo per arrivare a queste conclusioni, a questi risultati anche, piccoli successi di cui vado orgoglioso, e non sarà per pigrizia, indolenza o peggio ancora, per sventatezza, che correrò il rischio di perderli per sempre, perciò, ripeto, occhio, non sprechiamo tutto con comportamenti ingenui, sarebbe oltremodo difficile ricreare le condizioni per una rinascita, senza possibilità di riscatto, su questo metterei la mano sul fuoco, e a nulla servirebbe rammaricarsi, rimproverarsi certi atteggiamenti, versare lacrime di coccodrillo, e potrei mettere in fila tante altre espressioni di questo tipo, che in fondo esprimono lo stesso concetto, ma penso di aver reso abbastanza chiaramente l’idea, e cioè che arrivato a questo punto, la cosa che più importa è cercare di descrivere le sue mosse, in modo da rendere espliciti i suoi limiti, gli aspetti biasimevoli del suo carattere, perché solo mettendo in evidenza certi difetti sarà possibile evitare che vengano ripetuti anche da altri, e non è cosa di poco conto, riuscire cioè a evidenziare le cose negative che esistono in lui, perché per troppo tempo si è cercato di nasconderle, o di mascherarle, con la scusa di una non meglio specificata ingenuità, o anche col pretesto che, dopo tutto, non era in malafede che agiva quando trattava male le donne con cui si trovava spesso ad uscire, e con le quali finiva immancabilmente a letto, dopo averle raggirate e abbindolate spudoratamente, facendole bere all’inverosimile alcolici di ogni tipo, costringendole persino a drogarsi, senza che sospettassero nulla di quello che stava accadendo, a loro completa insaputa, e tutte ci cascavano, senza eccezione alcuna, non ce n’era una che sfuggiva a questa che era diventata una regola ferrea, non sapevano resistere al suo fascino, al suo fisico anche, e comunque al suo modo di fare, che non saprei ben spiegare, sta di fatto che se non era dopo la prima volta, alla seconda già trovava il modo di spogliarle e sbatterle, e non solo in casa, no, ovunque si trovava, nel bagno di un pub, o di notte, nei giardini pubblici, luogo indicato per certi lavoretti che gli venivano bene, di nascosto, dietro qualche albero, o alla base di talune sculture moderne, senza una forma ben definita, senza capo né coda, ma che si prestavano bene come appoggio per esercizi sessuali acrobatici particolarmente apprezzati dalle sue donne, ma anche tra le auto posteggiate lungo gli argini del fiume, o persino in chiesa, è successo anche questo, durante una pausa dai lavori, gli avevano affidato il compito di restaurare certi affreschi sopra la navata centrale, e lui, non era stato capace di portarsi una brasiliana sul ponteggio più alto, con la scusa di farle vedere da vicino come lavorava, come ravvivava i colori del mantello di una madonna,?, quella volta arrivò a scoparsi una donna a pochi centimetri dal soffitto, in equilibrio su una piattaforma aerea per nulla stabile, non si tirava indietro di fronte ai pericoli, semplicemente non li vedeva, non li considerava pericoli, quando aveva fra le mani una donna non si curava di null’atro, e cosa dovrei fare, non parlarne, ignorare le sue prestazioni?, sono tra le performance più esaltanti, lasciarle da parte significherebbe parlare di un’altra persona, dedicarmi ad un personaggio diverso da quello che ho pensato, e ci ho messo tanto, credetemi, vedo già scolare le tinte sul pavimento della chiesa, l’indaco delle vesti che si perde abbracciando i tubi innocenti per tutta la loro lunghezza, la terra di Siena che macchia il travertino delle colonne, prima le foglie del capitello, poi giù per le scanalature del tronco, fino alla base quadrata, su più livelli, il rosso sangue che dal mantello della vergine si sparge scendendo dritto fin dentro i mosaici del fonte battesimale, quanti fedeli rabbrividiranno d’orrore domani, entrando in chiesa, costretti a fare lo slalom fra le chiazze dei colori sparsi per terra, senza trovare una giustificazione a tanto sacrilegio, il nostro amico non si è curato di lavare le macchie, nemmeno una pulizia superficiale, tutto lasciato alla mercé dei lamenti dei credenti, che in tutto questo non esitano a vedere la mano del demonio, e attaccano a pregare, una catena di orazioni per liberare dai malefici la casa del signore, dove tante volte si sono ritrovati per pregare, per scacciare il maligno, ma dove si è mai sentito che in una chiesa, il luogo sacro per eccellenza, si sia consumato un atto così peccaminoso?, e ce ne vorranno tanti di rosari da recitare, non solo a maggio, non solo le novene, e le processioni, e le tante altre occasioni che il signore ci offre, ogni volta che si presenta per chiederci conto dei nostri comportamenti, non basterà pregare nelle feste comandate, e tutte le domeniche, il giorno del signore per antonomasia, ci vorrebbe un anno intero di preghiere e sacrifici per mondare la santa Chiesa dai turpi traffici che si sono consumati, e che ancora si consumano, all’interno delle sue istituzioni, preghiamo fratelli, perché il signore ci dia la forza di lavare le nostre anime dai peccati che si sono riversati sui nostri corpi fragili e deboli, che sono ricaduti su di noi perché non siamo stati capaci di vigilare sulle nostre case, sulle nostre famiglie, perché il diavolo è sempre alle porte, e solo pregando possiamo elevare una barriera protettiva tra noi e quell’essere spregevole che ci tenta di continuo, in mille modi diversi, ambigui e subdoli, non facciamoci ingannare, quell’essere immondo, quel rappresentante del male estremo, dovrà andare via, non potrà più lavorare qua dentro, ci sono tanti altri bravi imbianchini che saranno contenti di servire il signore, e di rendere la sua casa come rinnovata, così che possiamo ritornare a svolgere le sacre funzioni con rinnovato amore, non dobbiamo farci imbrogliare di nuovo da quel furfante, bisogna alzare la soglia di attenzione, il pericolo si può nascondere dietro ogni angolo, e questo lo diceva con grande convinzione, che veniva resa con la voce alta, con gesti ampi delle braccia, coperte e assecondate dagli ondeggiamenti degli abiti talari, con uno sguardo fisso su un punto che conteneva tutta la folla, che in quel momento era attenta alle sue parole, che sembravano spargersi per tutta la chiesa, come se stessero uscendo dal turibolo che un chierichetto muoveva avanti e indietro per inondare lo spazio circostante di essenze di resine orientali, che si infilavano nei corpi dei fedeli, irritando le loro narici ed arrivando nello stomaco, le viscere attorcigliate non resisteranno molto alle fumigazioni con questo copale messicano, tanto intenso quanto disgustoso per alcuni, e per molti altri insopportabile, dobbiamo essere preparati al peggio, in ogni momento, non dobbiamo distrarci, non possiamo permettercelo, dobbiamo stare uniti, più che mai, perché solo stando uniti possiamo opporci al nemico, possiamo combattere il male assoluto, non dimentichiamolo, l’unione fa la forza, e non è solo un modo di dire, ché altrimenti se ne potrebbero trovare di più efficaci, di più adeguati ed utili alla fattispecie, è che certi detti sono validi sempre, in ogni circostanza, sono ineccepibili, indiscutibili, e in ogni caso, non siamo mica arrivati a questo punto per mettere in discussione quanto detto finora, ormai, quel che è fatto è fatto, i diritti acquisiti non si toccano, non si torna nuovamente sulle cose dette, si perderebbe solo tempo inutilmente e abbiamo ancora molto da raccontare, e non solo di questa persona che ormai è passata in secondo piano, ce lo siamo quasi dimenticato, non ci ricordiamo nemmeno dove l’abbiamo lasciato, chissà quanti di voi stanno ancora pensando alle acrobazie sui ponteggi dentro la chiesa, da cui tutto sembra aver avuto origine, ma non è così, svegliatevi, quello è andato avanti, non si ferma mai, cosa pensate?, sottovalutarlo è l’errore più grande che possiamo compiere, dobbiamo inseguirlo, cercare di evitare che commetta altre azioni che potrebbero causare danni maggiori ...