Lettori fissi

sabato 11 ottobre 2014

Dissipatio H. G.

Il protagonista di questo romanzo ha preso la decisione di suicidarsi, senza lasciare tracce, e ha già scelto anche il luogo, una grotta in fondo a una valle a forma di imbuto, e il momento, la notte tra l’uno e il due giugno di un anno non specificato.
L’atto estremo però non verrà attuato, l’aspirante suicida cambia idea all'ultimo momento e ritorna verso casa.
A poco a poco si rende conto però che le cose sono cambiate rispetto a come le aveva lasciate prima di dirigersi verso la grotta dove aveva deciso di finire i suoi giorni.
Attorno a sé non c’è più nessuno, non si vede nemmeno una persona in giro per le strade delle città, gira impaurito per Crisopoli, nome dietro cui si riconosce Zurigo, senza incontrare nessuno nei luoghi dove vivevano o lavoravano gli abitanti.
Tutto il resto sembra normale, gli animali continuano a pascolare  per i campi, o a girare per le strade, come fossero accompagnate da persone, che però sono inesistenti; nelle fabbriche i macchinari sembrano continuare a girare e funzionare per inerzia, come fossero stati appena abbandonati dai lavoratori, non è chiaro a causa di quale evento.
Il protagonista ha come l’impressione che tutto sia avvenuto in maniera improvvisa, assolutamente imprevista e imprevedibile e si ritrova a vagare incredulo ed interrogativo, per tutto il tempo descritto nel romanzo, un unico lungo monologo, in cerca di segni di vita del genere umano, senza riuscire a darsi una risposta, o dandosene alcune che tuttavia lo lasciano con molti dubbi.
L’umanità si è come volatilizzata, o meglio, per citare il titolo del romanzo (Dissipatio H. G., dove le iniziali stanno per Humani Generis), si è dissipata.
La dissoluzione del genere umano non è solo la scomparsa di ciò che c’è oltre la propria persona e la propria identità. È anche il risultato, o meglio la rappresentazione di ciò che rimane, a seguito del suicidio pensato dal protagonista, il quale senza riuscire a dar seguito ai tentativi di risollevarsi, - “Mi estraggo dalla mia poltrona, mi avvicino alle vetrate. Non riesco a sciogliermi, il freddo, l’inerzia, mi fasciano ancora. Tuttavia qualche cosa aiuta. Ho un progetto, e con questo (lo sento) io sfato la morte, da me e da attorno a me” - avverte continuamente la paura e soprattutto l’inadeguatezza, che gli è caduta addosso come un macigno, di rappresentare l’umanità.
Dissipatio H.G. è l’ultimo romanzo di Morselli, finito di scrivere nel 1973.
Pochi mesi dopo, all'età di 61 anni, lo scrittore pone fine alla sua esistenza terrena suicidandosi.
“Le mie esaltazioni d'altronde erano e sono genuine, non avevano o non hanno niente di letterario. Non ho mai cavato una riga scritta, dai miei spasimi di solitudine, non me ne sono mai compiaciuto”.
Guido Morselli - Dissipatio H. G. - Adelphi

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