Lettori fissi

mercoledì 29 novembre 2017

Mara 2 (Le solite storie)

Le corsi incontro con l’idea di andare oltre il telefono. Ero curioso di sapere dove sarei stato capace di arrivare. Quando conosco una donna non mi importa di metterla in difficoltà, o anche davanti ad un semplice disagio. Allargai le braccia per salutarla e stringerla, tirandola a me, le diedi uno o due baci sulle guance, non quel semplice strofinarsi reciproco che non sa di niente, tastando allo stesso tempo la sodezza delle carni, in particolare del seno. La mia prova del nove. Se il gioco riesce sono ad un buon punto, pensai. Con lei è andata proprio così. E fui portato a continuare, ad andare oltre. Mi masturbavo al pensiero di lei. Col pensiero di lei. Almeno penso.
Ma forse erano sogni. Una donna per ogni stagione. I piaceri erano pochi, e piccoli. Non sapevo estenderli ad altri ambiti. Ero imperfetto anche in questo. Ma non me ne rammaricavo.
Mi stancai presto. Le solite storie, ogni volta le stesse fantasie, in mancanza di azioni che, sia pur ripetitive, almeno avrebbero il pregio di essere reali. E invece, il mio rifugio erano i sogni, e nemmeno tanto spontanei. Qualche volta stretti dentro la vasca da bagno, giocando a scendere sotto il pelo dell’acqua, non molto calda. Tenevo gli occhi aperti, e da poco avevo imparato anche a farfugliare frasi incomprensibili a bocca aperta, riuscendo a non ingurgitare acqua, una cosa che risultava incomprensibile perfino a me stesso. Io parlavo ma ovviamente lei non poteva capire, le parole che pronunciavo mi restavano in gola, non erano per nulla chiare, e stando così le cose, mi divertivo a recitare frasi che erano libertà, quanto di più trasgressivo potessi immaginare e, Ti amo Mara, urlato a squarciagola, senza capire il vero significato delle parole, o dell’intera dichiarazione, tutto spontaneo, ma trattenuto fin da quando l’ho conosciuta.

giovedì 23 novembre 2017

Mara

Non ricordo molto di quella sera. La memoria non è la mia qualità migliore. Ma non me ne importa granché, tanto, me ne faccio poco della memoria.
Era il mese di ottobre, una sera che arrivava dopo una giornata di sole caldo. Fu in quel periodo che conobbi Mara, che poteva chiamarsi anche Sara, o forse Lara. Non ricordo nemmeno il nome. Ma c’era la luna piena. Da così lontano ce ne vuole ad arrivare da queste parti, a sbarcare sulla Terra. Ma non era un’extraterrestre.
Le idee, quelle poche rimaste, quelle poche che riesco ad elaborare, si allontanano da un centro che fa da coagulatore. Assisto impotente alla loro dispersione, alla mia continua distrazione.
E cosa mi dà tutta questa storia? Nemmeno un motivo, più o meno credibile, per andare avanti. Per vivere. 
Potrei insistere per ore senza però ricavarci molto. Qualche sprazzo di lucidità, di tanto in tanto, ma del tutto insufficiente a ricollegare il cervello con il motivo per cui l’avevo richiamata, e così giro e rigiro senza sosta, senza riuscire ad avvicinarmi di un ette al corpo di Mara, che mi starà aspettando, lo so, con la sua pelle rossiccia, i capelli lisci alle spalle, divisi a metà.

lunedì 20 novembre 2017

Olio di argan

Mi piace il profumo all'olio di argan in cui si avvolge Mara, quasi una protezione, o forse una distrazione. Mi ricorda qualcosa di fresco. Una fragranza duratura. Lo ritrovo ben oltre dopo il suo passaggio.
Mi riempie di orgoglio aver saputo individuare l’esatta essenza con cui mascherava il suo afrore quando diventava nervosa, quando si faceva prendere dal panico per una colpa non sua.
Era come aver indovinato una formula magica, la chiave che mi apriva i varchi per una felicità che non avevo mai provato e che adesso sentivo a portata di mano.
Non si trattava di qualcosa di fisico, di corporeo. Era come aver raggiunto lo stato di atarassia che avevo cercato da sempre. Mi accontentavo di poco. A volte una giusta combinazione di idee, o anche di semplici frasi.
Quel profumo mi faceva impazzire. Mi stordiva, al punto da non farmi capire più niente, o molto. Era una seduzione infinita. Quel profumo distorceva la realtà e lo faceva per lungo tempo.

venerdì 17 novembre 2017

Scambio

Voglio vivere in solitudine.
Ne rivendico una tutta per me.
Dove finalmente poter scegliere.
Una abbastanza lunga,
per scrivere senza interruzioni,
senza interferenze.
Senza giorni e senza notti.
Senza fame e senza sete.
Senza tutti gli altri dubbi.
Senza molte delle cose
che mi impediscono la vita,
o la rendono difficile.
Scambio tutto quanto
con una tranquilla solitudine.